Lampedusa_Museo del dialogo e della fiducia per il Mediterraneo

Paese: Italia
Comune: Lampedusa (AG)
Committente: First Social Life
 

Il museo archeologico delle Pelagie è una struttura che ha subito, nel tempo, forti trasformazioni. Al suo posto insisteva il castello di Lampedusa, abbattuto agli inizi del 900 per ragioni di incuria ed abbandono, non lasciando nessuna traccia della sua primaria presenza.

L’allestimento della mostra trova luogo al primo piano del museo, che ospita gli uffici amministrativi. Un corpo di fabbrica largo appena 6 metri e lungo poco più di 25, all’interno del quale tutti gli impianti sono lasciati a vista, il soffitto è quello tipico degli uffici pubblici e le sale non sono concepite per accogliere un allestimento museale.

La sfida progettuale è stata proprio questa e la soluzione ha portato alla realizzazione di un “box” ideale che contiene tutte le opere, unisce tutte le culture del mediterraneo, che si apre all’interno degli spazi espositivi costituendo esso stesso l’allestimento, il supporto e le dotazioni impiantistiche che occorrono per esporre le opere donate dai musei europei ed africani. Con questa soluzione, è l’allestimento stesso che si stacca da tutti gli elementi superflui ed ingombranti della struttura ospitante e garantisce alle opere la giusta sicurezza, un sistema espositivo adeguato e rende possibile la creazione del relativo percorso museale.

Pareti, angoli, piccoli aggetti, sedute ed espositori sono dunque gli elementi facenti parte dell’ART BOX che idealmente può essere trasportato in qualsiasi luogo, amplificando il criterio della sua stessa essenza: invitare al dialogo civile e alla fiducia tra tutti i popoli, attraverso l’arte e la cultura.

Il padiglione di ingresso

L’ingresso al museo archeologico delle Pelagie è stato allestito con un padiglione realizzato con una struttura in legno e corde rosse intrecciate. Oltre a costituire uno spazio di sosta ed ombra in prossimità della piazza antistante il museo, esso racchiude in se tutte le parole chiave dell’intera mostra. Le corde simboleggiano singolarmente le rotte, gli scambi e di conseguenza il dialogo; ispirandosi alle antiche mappe esposte nella mostra, prese in prestito dal museo navale di Venezia. Nell’insieme tutto il sistema di intreccio di corde vuole invece tessere un confronto con le tradizionali grate in legno tipiche delle regioni arabe, la “moucharabieh” che nel suo essere permeabile è sinonimo essa stessa di fiducia, di accoglienza di tutti coloro che chiedono aiuto.

Istallazione sul tetto

“We are here” “Cà Semu” è il titolo dell’istallazione sul tetto del museo archeologico delle Pelagie di Lampedusa. Un opera di Gandolfo Gabriele David fatta con canne da pesca e bandiere ricavate da giubbotti di salvataggio che puntano a divenire un “faro”, un grido di speranza a chi chiede aiuto e a chi presta soccorso ormai da anni. 

Collabs: dianarchitecture 

 Foto:  Enzo Cucchiara